Roma – La notizia viene dai forum, dunque non la si può considerare ufficiale: sembrerebbe che Sony abbia inserito all’interno dell’ultimo firmware per la PlayStation (esattamente la versione 3.56) un vero e propriorootkit, ossia una manciata di righe di codice con cui sbriciare all’interno delle console possedute dai videogiocatori più birichini.
Basta, infatti, che l’incauto birichino sia collegato al PlayStation Network perché la casa possa sfruttare tale software, con il fine di “entrare furtivamente” nella console, guardarsi intorno e prendere nota di qualsiasi smaneggiamento, intrusione di software non originale o chissà quali altre peggiori alterazioni.
PlayStation 3 di Sony: con la versione 3.56 potrebbe esserci un rootkit a disposizione della casa
Neanche si può contestare più di tanto: l’accordo di licenza – il famoso/famigerato EULA – parla chiaro espiega che l’azienda può in qualsiasi momento avviare iniziative tese a introdurre verifiche e controlli, eventualmente applicando “impostazioni e funzionalità modificate in grado di bloccare l’accesso a contenuti illegali o non autorizzati”.
Non c’è, peraltro, da stupirsi più di tanto: Sony, in passato, ha già fatto ricorso, in certi casi scusandosi, in altri glissando silenziosamente, a strumenti di questo tipo, come ad esempio quando nel 2006 furono immessi sul mercato CD con protezione DRM dotata di qualche aggiunta di troppo.
Le polemiche su questo sospetto, ovviamente, fioccano nel background e nei forum e la gente è convinta che il rootkit, per Sony, sia da considerarsi proprio un vizietto. Tra Sony e i birichinid’altra parte è battaglia aperta: ne è esempio l’update dalla versione 3.50 alla 3.55, che non ha aggiunto nulla se non una “patch di sicurezza”, ossia ulteriori controlli su chi ha impunemente applicato jailbreak o qualsivoglia altra modifica “non autorizzata”.
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